mercoledì 24 ottobre 2007

venerdì 12 ottobre 2007

Abolizione pena di morte.


No alla pena di morte, traguardo possibile
Frattini: all’Onu vicini al quorum per la moratoria.
Giornata europea contro le esecuzioni

La pena di morte ha i giorni contati.
L’europa sta convincendo il mondo a mandare in pensione il boia. E per sempre. Da Lisbona arriva un’altra spallata. Le maggiori istituzioni del Vecchio continente, Commissione e Consiglio UE hanno deciso che quella del 10 ottobre (due giorni fa, ndr), sarà la giornata europea contro la pena di morte.
L’Italia gioca un ruolo da protagonista. Anche sul palco scenico di tutto il pianeta. Il vicepresidente della Commissione UE Franco Frattini ostenta ottimismo: “Siamo vicini- ha detto- ad una maggioranza all’assemblea generale dell’ONU sulla risoluzione per una moratoria sulla pena di morte, ma ancora non è stata raggiunta”.
L’ultimo ostacolo è rappresentato da alcuni paesi africani ancora incerti sul da farsi. Sono questi che faranno pendere la bilancia da una parte o dall’altra. Il messaggio da trasmettere è di quelli che non lasciano spazio ad interpretazioni: “UCCIDERE ESSERI UMANI NON PUO’ ESSERE UN ATTO DI GIUSTIZIA”. E, statistiche alla mano, non riduce neanche la criminalità. “La pena di morte- ha aggiunto Frattini- può trasformare errori giudiziari in immense tragedie umane”. Quanto al nostro paese, sempre Frattini, ha auspicato che che l’Italia proceda in fretta alla ratifica della Convenzione dei diritti umani del Consiglio d’Europa, che abolisce la pena di morte in ogni circostanza, anche in tempo di guerra. Siamo insieme a Francia, Spagna, Lettonia e Polonia, una delle cinque nazioni dell’Unione a non averlo ancora ratificato. Come ha ricordato il Presidente della Commissione Barroso, la Francia lo ha fatto il 10 di ottobre (l’Italia ha però abrogato l’articolo del codice penale che prevedeva la pena di morte in tempo di guerra, ndr).
“Con la giornata di oggi confermiamo l’Europa zona liberata dalla pena capitale nella convinzione che possa essere estesa al resto del mondo” ha detto a Lisbona il ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremic, presidente del comitato dei ministri dell’organizzazione di Strasburgo.
Tesi sottoscritta, e ci mancherebbe altro, anche dal Presidente della Commissione Barroso: “la pena di morte è una negazione dei nostri valori di europei” la sua dichiarazione dalla tribuna di Lisbona. E ha aggiunto: “Lanciamo un appello per l’abolizione universale. La pena di morte è contraria ai diritti umani, come sanciti nella Convenzione europea delle libertà fondamentali”. Dal 1990 più di 50 paesi hanno abolito la pena di morte. Ad oggi circa 130 paesi rispettano una moratoria per le esecuzioni capitali. Nel 2006 sono state condotte nel mondo 5628 esecuzioni capitali ed il numero di paesi che le ha realizzate è SALITO da 24 nel 2005 a 27 nel 2006.
In Europa da 3650 giorni la pena di morte non è più stata eseguita nel Vecchio continente, ha rilevato il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Terry Davis. I 47 paesi dell’organizzazione di Strasburgo l’hanno abolita, ad eccezione della Russia, dove è tuttora in vigore una moratoria. Ma , ha avvertito Davis, “sappiamo che in Europa ci sono ancora molte persone favorevoli alla pena capitale. Ogni volta che c’è un crimine particolarmente odioso, o semplicemente, in alcuni casi, un’elezione, si sentono voci che ne chiedono il ripristino”. Infine la questione polacca. Il governo di Varsavia si era detto contrario ad indire la giornata contro la pena di morte. Ma dopo le elezioni la Polonia potrebbe togliere il veto. “E sull’abolizione- ha puntualizzato Frattini- la Polonia è con noi . Nessun paese membro può aprire la discussione sulla reintroduzione della pena capitale, sarebbe una grave violazione dei trattati.
( Carlo Baroni, L’Avvenire, 10 ottobre 2007)